Quando si parla di Pasqua la prima cosa che salta subito alla mente è l’uovo. Un simbolo di questa festività per eccellenza.
L’uovo di Pasqua può essere intagliato, dipinto, di terracotta, di cartapesta, di cioccolato, di zucchero poco importa. In tutto il mondo è il simbolo attraverso cui si rappresenta la Pasqua.
LE ORIGINI
L’uovo come simbolo delle ricorrenze pasquali risale a tempi antichissimi, ancor prima della nascita della religione cristiana. È il simbolo che ha sempre rappresentato la vita. Tuttavia anche in ambito di sacralità ha sempre ricoperto un ruolo importante. Stando alle credenze di alcune culture pagane, la terra e il cielo erano suddivise in due parti che unendosi andavano a formare un uovo. Secondo gli egiziani invece l’uovo rappresentava il fulcro dei quattro elementi, ossia terra, aria, fuoco e acqua.
L’uovo è considerato simbolo universale della rinascita e del Cosmo. In antichità si collegava all’uccello Fenice. Stando a quanto si narra dalla leggenda, quest’uccello prima di morire preparava un nido a forma di uovo sul quale poi si andava ad adagiare e si lasciava incenerire dai raggi solari. Successivamente sulle sue stesse ceneri la Fenice lasciava un uovo dal quale poi avrebbe preso nuovamente vita.
Nei paesi celtici, invece, era tradizione far rotolare le uova dalla cima di una collina per la festa di Beltane per imitare il movimento del sole nel cielo. Questo rituale fu poi rimodellare dalla Chiesa Cattolica andando a simboleggiare la pietra che rotola via dalla tomba di Cristo Risorto.
Ma perché donare proprio un uovo di Pasqua?
Questa tradizione risale agli antichi Persiani. Esisteva la tradizione dello scambio di uova di gallina all’arrivo della primavera. Successivamente altri popoli hanno seguito questa tradizione, partendo dagli Egizi fino ad arrivare ai Cinesi. Le uova spesso venivano anche decorate a mano.
Per quanto riguarda il Cristianesimo. Nel Mondo Cristiano fu ripresa la tradizione secondo cui l’uovo era simbolo di vita. Collegando l’uovo alla pietra, e dunque al sepolcro nel quale si trovava Gesù. Sembra però che l’uovo contenga una vita pronta a venir fuori da ciò che ormai sembrava morto. Ed è così che l’uovo diventa simbolo di risurrezione.
Uova di Pasqua preziose: Fabergé
La tradizione dell’uovo di Pasqua decorata è dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé. Gli fu commissionato, nel 1833, dallo zar il compito di creare un dono prezioso per la zarina Maria. In tale occasione Fabergé creò un uovo di platino in cui vi era un ulteriore uovo completamente d’oro. All’interno di quest’ultimo vi erano altri due doni, ossia una riproduzione della corona imperiale e un pulcino d’oro.
Per questo motivo oggi è diffusa anche la tradizionale ‘sorpresa’ all’interno dell’uovo.
L’uovo di cioccolato
L’uovo di Pasqua che ha avuto la maggior diffusione è l’uovo di cioccolato. Andando ad aggiungere all’interno una sorpresa è stato sicuramente un passo avanti in ambito commerciale, infatti la sua diffusione è andata sempre di più ad incrementare. Originariamente le. Uova di cioccolato venivano create rigorosamente a mano, ma oggi, con l’aumento della richiesta del prodotto, si è dovuto ricorrere ad un processo industriale. Ovviamente le uova di Pasqua artigianale son comunque più pregiate, ma son molto meno diffuse rispetto a quelle commerciali. Inoltre oggi è possibile scegliere anche diverse tipologie di cioccolato, dai semplici gusti del cioccolato bianco, al latte, fondente, fino ai gusti più prelibati come la cioccolata aromatizzata alla frutta, la cioccolata al peperoncino, la cioccolata di soia. Tuttavia oggi la diffusione delle uova non è dovuta tanto al significato, o allo stesso cioccolato. Passa tutto in secondo piano, dando importanza agli oggetti presenti all’interno.
In alcune aree del mondo la vera tradizione non è stata persa. Ci son dei luoghi in cui ancora oggi si effettua lo scambio dell’uovo di Pasqua, ma lasciando da parte il cioccolato, e continuando con lo scambio del classico uovo di gallina. Ciò accade soprattutto nel mondo degli ortodossi in cui l’uovo al cioccolato viene visto solo come una strumentazione consumistica della ricorrenza pasquale.